Fuori dal campo
I sauditi vogliono un loro team di F1

A cura di Cesare Tamborini
Quando siamo alla vigilia dall’inizio del weekend del Gran Premio di F1 di Jeddah, proprio dal Regno arrivano delle parole molto importanti sul futuro del “Circus”.
Vogliamo un team!
Futuro targato Arabia Saudita perché Reuters ha pubblicato parte di quanto ha detto il principe saudita Khalid bin Sultan Al-Abdullah Al-Faisal, Presidente della locale Federazione dell’Automobile. Durante una video call con gli investitori, il Principe ha dichiarato quanto segue a proposito che il fondo sovrano saudita PIF possa investire nell’acquisto di un team di F1: “Potrebbe succedere, anche piuttosto in fretta se vediamo la grande crescita che sta avendo questo sport. Se l’Arabia Saudita è intenzionata a comprare una squadra di F1, allora anche altri soggetti vorranno comprare azioni per guadagnare, specialmente se la scuderia sarà acquistata da una delle aziende che fanno parte del fondo PIF”.

Qui il Principe ad una premiazione. Foto: Khalid S. A. Al Faisal, Chairman of the Saudi Automobile & Motorcycle Federation X account.
Parole ad effetto che non escludono affatto che un domani (prossimo?) l’Arabia Saudita faccio un grosso step passando dall’essere sponsor e organizzatore di GP ad avere una propria scuderia. Oggi come oggi il Regno ha già un piede, ma anche di più in Formula 1. Ospita appunto il Gran Premio di Jeddah e sta costruendo l’autodromo più incredibile mai visto prima a Qiddiya. Un impianto che definirlo autodromo è fortemente riduttivo perché, come abbiamo visto qua su CS, mira a divenire la capitale dell’entertainment legato ai motori.
Le auto di 007?
Tornando all’argomento d’apertura, in F1 i sauditi sono già presenti in una scuderia. E qui viene il punto della questione. Aramco, gigante petrolifero di Riyadh, è “title sponsor” di Aston Martin F1. Ma non è finita qui perché attraverso PIF i sauditi detengono il 20% di Aston Martin Lagonda la casa automobilistica che costruisce le mitiche supercar inglesi e che fa capo a Lawrence Stroll, il quale si dice sia intenzionato a vendere le proprie partecipazioni in Aston Martin F1.

Immagine scenografica del circuito di Jeddah. Foto: Aston Martin Aramco Formula 1® Team x account.
Da questo c’è chi fa due più due. Ovvero che l’Arabia Saudita compri le azioni di Stroll e diventi il maggior azionista del team di F1 Aston Martin. Un fatto questo possibile e del quale ve ne avevamo parlato, come si suol dire, in tempi non sospetti. Ovvero quando in Aston Martin era chiacchierato l’arrivo di un certo Adrian Newey (poi arrivato) e di Max Verstappen. Da allora, circa un anno fa, di cose ne sono successe. Il fenomeno olandese sembra avere un futuro lontano dalla Red Bull ora che, oggettivamente, non è più la macchina migliore sullo schieramento. E in Aston Martin, che comunque attualmente è lontana dall’essere una macchina da titolo, ritroverebbe il papà dei missili con i quali ha vinto quello che ha vinto in questi anni.
Ma chi sarebbe formalmente proprietario di questo team marchiato Newey-Verstappen? Un anno fa si faceva il nome di Aramco che praticamente si trasformerebbe da sponsor ad azionista (di maggioranza). Ma ora il nome forte, come dimostrato dalle parole del Principe, è quello di PIF. Fondo sovrano saudita che a sua volta entrerebbe direttamente o indirettamente in questa operazione? Al momento non è dato saperlo visto che non vi sono elementi per optare per l’una o per l’altra ipotesi.
Chi?
Quello che è certo è che PIF ha una società che si occupa specificatamente di investimenti nello sport: SURJ. Società che, come abbiamo visto, ha proprio l’investire nello sport come sua mission. Ma non è detto che, vista l’importanza economica dell’affare, sia proprio lo stesso PIF a spendere il proprio nome, come si usa dire. D’altronde, nel calcio con il Newcastle e nel tennis, PIF sta investendo in prima persona senza “utilizzare” SURJ. Ovviamente senza considerare che i sauditi, invece di rilevare Aston Martin F1, siano magari interessati ad un’altra scuderia. Da escludere è la fondazione di una scuderia ex novo per ragioni politiche sportive (leggasi “Patto della Concordia) nonché tecniche e finanziarie di creare una squadra da zero.
In conclusione, riportiamo la seconda parte dell’intervento di Khalid bin Sultan Al-Abdullah Al-Faisal il quale, se possibile, è stato ancor più chiaro che nella prima: “Vediamo che la F1 sta raggiungendo nuovi mercati, le vendite stanno aumentando a livello globale (…). Non è facile dire quale squadra comprare e come gestirla. Ma abbiamo molto interesse. Ospitiamo già una gara di Formula Uno, sponsorizziamo le squadre e quindi non mi stupirei se ci fosse l’annuncio per un team saudita. Personalmente mi piacerebbe vedere una squadra del nostro Paese, ma se l’Arabia Saudita o una delle aziende saudite saranno coinvolte in uno dei team F1, vorrei che lo facessero nel modo giusto e che avessero successo. È una questione difficile ma… Perché no?”.
Più chiaro di così!
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In apertura: Aston Martin F1 Team diventerà saudita? Foto: Aston Martin Aramco Formula 1® Team x account.