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Editoriale

Perché la Saudi Pro League ha esonerato 7 allenatori in 13 giornate

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A cura di Cesare Tamborini

Nella quattordicesima giornata di campionato ha fatto il suo esordio sulla panchina dell’Al-Ittihad Marcelo Gallardo conquistando un punto (1-1) contro l’Al-Ettifaq. Il tecnico argentino, recentemente accostato al Napoli ed alla nazionale argentina, è il settimo allenatore a subentrare nella Saudi Pro League 2023/’24. Ciò significa che, dall’inizio della stagione, sono saltate ben 7 panchine; il che vuol dire in media una ogni due giornate.

Allenatori esonerati in SPL

Marcelo Gallardo ha firmato un contratto di 18 mesi con l’Al-Ittihad

Numeri, non c’è che dire, che potrebbero, in un certo senso, sorprendere visto e considerato che attorno alla SPL non c’è, al momento, quella pressione di tifosi, stampa ed addetti ai lavori come nel nostro campionato. Pressione che, lo sappiamo, a volte contribuisce a far saltare le panchine in Serie A in Liga ed anche in una lega “meno latina”, e quindi meno soggetta agli umori della “piazza”, come la Premier League.

Perché così tanti esoneri?

Ma, tornando alla SPL, c’è un fattore, assolutamente non secondario, che giustifica, se vogliamo usare questo termine, così tanti esoneri: il denaro. I tantissimi soldi che circolano nella lega saudita vengono riversati in maggioranza ai top player, i quali godono di ingaggi sbalorditivi. Ma anche i tecnici vengono, come si suol dire, “pagati profumatamente”. E qui nasce, da parte dei proprietari dei club, il desiderio di volere “tutto e subito”. Nonostante la Saudi Pro League la si possa definire all’anno zero ed il suo piano sviluppo sia ben definito nell’arco dei prossimi anni, i presidenti non vogliono aspettare per vincere.

Tradotto vuol dire che al minimo segnale che qualcosa non stia andando come dovrebbe si procede a sollevare dall’incarico il tecnico, affidando la squadra a qualcun altro nella speranza di invertire la rotta.

Nuno Espírito Santo

Nuno Espírito Santo, qui il ringraziamento dal suo ormai ex club

Ed è quello che è successo proprio all’Al-Ittihad che nelle scorse settimane ha deciso di sostituire il portoghese Nuno Espírito Santo (qui il nostro approfondimento). Il tecnico, campione in carica con l’Al-Ittihad e con un passato anche in Premier alla guida di Wolverhampton e Tottenham, ha pagato un rapporto, usando un eufemismo, non idilliaco con parte dello spogliatoio (qui le sue dichiarazioni su Benzema). Fatale è poi stata la sconfitta in Asian Champions League per 2-0 contro l’Al-Quwa Al-Jawiya.

Chi prima di Nuno Espírito Santo

Prima del portoghese, da sempre pupillo del potentissimo manager Jorge Mendes, sono stati allontanati altri sei coach: Jorge Mendonça, esonerato dall’Al-Okdhood e sostituito con Martin Sevela. Poi è toccato all’olandese Marcel Keizer, cacciato dall’Al-Shabab al quale è subentrato Igor Biscan. Poi è stato il turno di Yannick Ferreira, sollevato dall’incarico all’Al-Ryiad ed avvicendato da Odair Hellman. Stessa sorte per Kresimir Reznic all’Al-Tahi al quale è subentrato Laurentiu Reghecampf. Ma non è finita perché c’è Czeslaw Michniewicz, esonerato dall’Abha e sostituito dal tunisino Youssef Manai, e Filipe Gouveia, allontanato dall’Al-Hazem e rimpiazzato da Daniel Carreño.

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