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Editoriale

“Una squadra saudita giocherà in Champions League”, parole di Amanda Staveley

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A cura di Cesare Tamborini

Ci sono dei personaggi dello sport, ed in particolare del calcio, che parlano di rado, ma, quando lo fanno, dicono cose che non possono passare inosservate. Uno di questi è Amanda Staveley la quale, in questi giorni in Arabia Saudita, ha dichiarato qualcosa che, se dovesse diventare realtà, sarebbe una vera e propria rivoluzione copernicana nel mondo del pallone europeo e non solo.

Non solo Newcastle

La signora Staveley è una donna d’affari inglese che, al grande pubblico, è salita alla ribalta in anni recenti grazie al calcio; infatti, è stata coinvolta nell’acquisto del Manchester City da parte dello sceicco Mansur nel 2008. Implicazione molto più diretta l’ha avuta nel cambio di proprietà del Newcastle che nel 2021 è diventato saudita grazie al fatto che il fondo PIF ne detiene l’80% delle quote; al termine della trattativa, la businesswoman ha ottenuto, tramite la sua società PCP Capital Partners, il 10% del club bianconero ed un posto nel Consiglio di amministrazione.

Il Newcastle United è passato di proprietà nel novembre del 2017. Qui lo stadio, il St. James’ Park.

Insomma, parliamo di una donna che ha forti e preziosi legami con il Medioriente con il quale ha sempre avuto un dialogo privilegiato. Basti pensare, allontanandoci per un momento dal calcio, al fatto che la sua PCP Capital Partners, di cui è fondatrice e CEO, ha sede ad Abu Dhabi ed è salita agli onori delle cronache finanziarie nel 2008 per la ricapitalizzazione da oltre 3 miliardi di sterline della Barclays Bank. Operazione che le era valsa una commissione di 10 milioni di sterline.

Per me arriveranno in Europa

Capiamo bene quindi che sentirle dire “Sono abbastanza sicura che ci sarà un club saudita in Champions League” non sia la classica boutade. È sì, perché la signora Staveley ha detto proprio così, aggiungendo che “Non so quanto tempo ci vorrà, ma conoscendo l’Arabia Saudita, non penso che ci vorrà troppo tempo”.

Dichiarazioni che rappresentano se non un fulmine a ciel sereno, poco ci manca visto e considerato che nei mesi scorsi si sono sprecate smentite, anche con toni molto secchi, sulla partecipazione di una squadra saudita alla UEFA Champions League. Eppure, l’argomento è sempre, magari anche solo sottotraccia, presente nei discorsi di finanza e politica sportiva. Ne è un esempio quanto dichiarato recentemente dal Presidente del PSG Nasser Al-Khelaifi il quale, in veste di numero uno dell’Associazione europea dei club (l’ECA), sostiene che “Nessuno al di fuori dell’Europa parteciperà alla Champions League”.

Io dico di no!

Ancor più chiaro, se possibile, è stato il presidente della UEFA Aleksander Čeferin con le seguenti parole: “I club arabi non entreranno mai in Champions League. Questo è un argomento che interessa soprattutto i media, non tanto la comunità calcistica europea. Solo i club europei possono partecipare alla Champions League, all’Europa League e alla Conference League. Solo le Federazioni europee posso candidarsi ad ospitare le finali. Dovremmo cambiare tutte le nostre regole e non abbiamo intenzione di farlo”.

Ad onore del vero bisogna annoverare, tra i contrari ad una Champions League allargata ad un club saudita, gli stessi dirigenti della SPL che ufficialmente non mettono nel loro mirino questa ipotesi. Dall’altro lato ci sono invece voci secondo le quali la Saudi Pro League voglia entrare, con una suo team, nella Champions League magari con lo stratagemma della wild card.

Che una squadra saudita parteciperà o meno alla Champions lo vedremo; sta di fatto che le parole di una donna che è passata dall’acquisto di un ristorante grazie ad un prestito di 180.000 sterline al dare, finanziariamente parlando, del “tu” agli sceicchi di mezzo mondo, debbano, per forza di cose, essere fortemente prese in considerazione.

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Foto d’apertura: Amanda Staveley Facebook account

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