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La Supercoppa di Spagna, il primo (e controverso) grande colpo ad effetto saudita nel calcio mondiale

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A cura di David Ruiz

La Supercoppa spagnola può essere considerata il primo grande colpo per l’Arabia Saudita nel suo tentativo di emulare il suo vicino Qatar come marchio riconoscibile nell’organizzazione di eventi legati al calcio in tutto il mondo.

Il torneo con cui si apriva storicamente nel mese di agosto il sipario della stagione calcistica spagnola e che, fino al 2018, contrapponeva in doppia partita il campione di Lega contro il campione di Coppa, ha avuto un primo lifting appena Luis Rubiales ha preso il timone della Federcalcio spagnola (RFEF).

Supercoppa di Spagna

Quella stessa estate, la RFEF decise di cambiare formatto e sede della suddetta competizione: i duelli di andata e ritorno furono sostituiti da una gara unica che, peraltro, non si sarebbe giocata solo in campo neutro, ma fuori dal territorio nazionale. Il posto scelto è stata la città di Tangeri, in Marocco.

Dopo quell’edizione, conclusa con una vittoria per 2-1 del Barcellona sul Siviglia, la Federcalcio ha implementato ancora una volta nuove modifiche alla Supercoppa. Un formato “final four”, con i campioni e i secondi classificati di Lega e Coppa, sostituirà la finale di una partita, mentre la sede di detto mini-torneo si terrà in Arabia Saudita.

L’idea, come annunciato dalla RFEF, era quella di migliorare il modello del torneo con quattro squadre finaliste, che presumibilmente avrebbero generato più interesse da parte del pubblico, raggiungendo anche un pubblico internazionale più ampio.

Supercoppa di Spagna

Da allora non sono cambiati né il formatto né la sede prescelta, quest’ultima suscitando grande malcontento tra i tifosi spagnoli. Continuano a suscitare polemiche il fatto che i tifosi dei club partecipanti non possano vedere dal vivo le proprie squadre e la situazione dei diritti umani in Arabia Saudita.

In realtà, i motivi per scegliere l’Arabia Saudita come sede della Supercoppa sono principalmente di natura economica. Il presidente Rubiales ha firmato nel 2019 un contratto in base al quale l’Arabia Saudita avrebbe organizzato la Supercoppa spagnola in cambio di 240 milioni di euro, da distribuire tra Federazione, club e intermediari, per i prossimi sei anni. Cioè, fino alla stagione 2024-2025 inclusa.

La Federazione spagnola intascherebbe circa 40 milioni di euro a edizione per questo accordo. Detto contratto è stato rinnovato nel giugno 2021 in modo che il torneo continui a svolgersi per altri quattro anni in Medio Oriente (fino al 2029).

Oltre a quelli fissi previsti dalla RFEF per i quattro partecipanti, il club campione dell’Arabia Saudita mette nelle proprie tasche altri due milioni di euro. Il finalista, invece, intasca un milione.

La distribuzione tra le quattro squadre partecipanti non è uguale per tutte, poiché si tiene conto della classifica storica di ogni club. Sebbene non ci siano dati ufficiali al riguardo, Real Madrid e Barcellona hanno ricevuto quasi 3 milioni di euro a testa nell’ultima edizione, solo per aver partecipato.

Tale cache diminuisce secondo le squadre: quella dell’Atlético de Madrid si attesta intorno ai 2,3 milioni; quelle di Valencia e Siviglia, a 1,7; e quello del resto delle squadre, a 750.000 euro.

La distribuzione del denaro tra le quattro squadre partecipanti alla Supercoppa spagnola 2023 è stata la seguente: Real Madrid: 2,8 milioni di euro; Barcellona: 2,8 milioni di euro; Valencia: 1,7 milioni di euro; Betis: 750.000 euro.

La prima edizione si è giocata nel gennaio 2020, concludendosi con una vittoria del Real Madrid su rigore contro l’Atlético Madrid. Nel 2021, e causa Covid, il torneo è dovuto tornare in Spagna (l’Athletic ha vinto la finale giocata a La Cartuja di Siviglia). Le ultime due edizioni si sono giocate nuovamente in terra saudita, più precisamente a Riyadh, concludendosi con le vittorie rispettivamente di Real Madrid e Barcellona.

Nonostante il torneo abbia già accumulato tre edizioni con questo formato, alcuni giocatori della Liga si sono espressi contro la decisione della Federcalcio di trasferire la competizione in Arabia Saudita. Il caso più noto è stato quello dell’attaccante dell’Athletic Club, Raúl García, che la scorsa stagione ha criticato la lontananza della squadra rispetto ai tifosi, che difficilmente possono viaggiare in un paese così lontano, persino a metà gennaio.

Se non bastassero le polemiche generate dalla decisione di togliere il torneo alla Spagna, nell’aprile 2022 arrivano tramite il giornale digitale “El Confidencial” gli accordi tra la RFEF e la Kosmos, la società di Gerard Piqué, per portare la Supercoppa in Arabia.

In questo accordo era inclusa una commissione di quattro milioni di euro per la società dell’ex calciatore del Barcellona per ogni edizione disputata. I documenti e gli audio a cui “El Confidencial” ha avuto accesso hanno rivelato che il presidente della RFEF ha fatto pressioni sulle autorità saudite affinché pagassero all’ex giocatore del Barça fino a 24 milioni di euro per giocare il torneo in quel paese, e poi ha cercato di nascondere la partecipazione dell’ex calciatore nel contratto.

Supercoppa di Spagna

Tale accordo commerciale è stato, secondo alcuni media spagnoli, il motivo principale per cui Piqué ha deciso di chiudere frettolosamente la sua carriera da giocatore professionista, all’inizio di novembre 2022.

L’ex difensore centrale della Nazionale  spagnola ha annunciato pubblicamente il suo addio al calcio attivo lo stesso giorno in cui il Governo di Spagna ha approvato la nuova Legge Sportiva (denominata Legge Anti-Piqué), secondo la quale “nessun giocatore attivo può intrattenere rapporti commerciali con una competizione alla quale partecipa”, cosa che accadeva sia con la Supercoppa in l’Arabia Saudita che come proprietario di una squadra di calcio professionistica, l’Andorra FC, che attualmente milita nella Serie B spagnola.

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