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Fuori dal campo

Rory McIlroy – LIV Golf: accordo fatto?

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A cura di Cesare Tamborini

Nel mentre gli occhi di tutto il mondo golfistico erano puntati sull’Augusta Masters, uno dei quattro major che, assieme al British Open, si contende lo scettro di torneo più prestigioso del mondo, dietro le quinte stava procedendo spedita la trattativa tra LIV Golf e Rory McIlroy.

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Stando infatti ad indiscrezioni che ora dopo ora stanno diventando sempre più insistenti, il fuoriclasse nordirlandese avrebbe detto “Yes” ai sauditi. Un sì che vorrebbe dire abbandonare il PGA Tour ed unirsi al tour saudita, così come hanno già fatto diversi campioni. Da Phil Mickelson, passando per Bryson DeChambeau e Sergio Garcia, fino ad arrivare a Jon Rahm, il quale ha firmato pochi mesi fa per la cifra astronomica di 500 milioni. Cifra che potrebbe presto venire superata poiché a McIlroy sarebbe stato offerto un contratto pluriennale di 850 milioni di dollari. Ma non finisce qui perché i sauditi, pur di averlo tra le loro fila, gli darebbero anche il 2% delle quote del tour più tutta una serie di altri benefit.

Bryson DeChambeau, una delle tante stelle a scegliere LIV Golf. Foto: LIV Golf Facebook account.

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Al momento è bene chiarire che, come è ovvio che sia, le parti non hanno rilasciato alcuna dichiarazione. Anzi, fanno ancora rumore le recenti parole (a febbraio) del golfista circa un suo approdo in Arabia Saudita quando disse “Non è per me. Sono troppo un tradizionalista”. Ad onore del vero bisogna anche ricordare come, negli ultimi mesi, McIlroy abbia, per così dire, ammorbidito, la sua posizione sia nei confronti di LIV Golf che dei colleghi trasferitisi in Arabia Saudita. Segno che la proposta da Riyadh era già giunta sul tavolo del golfista?

Gli effetti della “U turn” di Rory

Golfista che, da quando è iniziata la querelle tra PGA e LIV, si è sempre speso a favore del tour a stelle e strisce auspicando, perché no, un accordo tra le due leghe. Agreement che, come vi abbiamo detto qua su CS, un giorno sembra vicino ad essere raggiunto mentre l’altro appare estremamente lontano.

Jon Rahm, alla prima stagione con LIV Golf. Foto: LIV Golf Facebook account.

Fatto sta che, quella che negli USA è già definita come “inversione a U” avrebbe un effetto imprevedibile sulla trattativa tra americani e sauditi per mettere fine a questa “guerra” dei green. Ricordiamo che una bozza, ma anche più, di accordo tra le parti sarebbe stata già raggiunta l’estate scorsa, ma, per svariate ragioni, non ha ancora trovato applicazione. Uno step questo, di fondamentale importanza perché un conto è avere un raggiunto un accordo, anche in veste semi ufficiale, un altro è metterlo in pratica. A maggior ragione visto che si parla di trovare un compromesso di fronte a tanti soldi.

L’avvento presso il tour saudita del vincitore del British Open nel 2014 potrebbe mettere ancor più in crisi i “colloqui di pace” tra PGA e LIV visto che i sauditi soffierebbero agli statunitensi niente meno che l’attuale numero due al mondo. Ma, forse proprio per questo e per il fatto che, come detto sopra, il nordirlandese auspicasse, in tempi non sospetti, un’intesa tra le parti, potrebbe far gettare, paradossalmente, le basi per la pace golfistica.

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Foto in apertura: LIV Golf Facebook account.

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