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Fuori dal campo

Tennis: l’Arabia Saudita “minaccia” gli Australian Open

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A cura di Cesare Tamborini

Da una settimana a questa parte “Australian Open” sono diventate due parole virali a dir poco. La straordinaria vittoria del nostro Jannik Sinner ha contribuito fortemente a che anche i non appassionati siano venuti a conoscenza di questo torneo che fa parte di quelli del “Grande Slam”, assieme a Roland Garros, Wimbledon e US Open.

Ma proprio da Melbourne, per bocca niente meno che del direttore degli Australian Open Craig Tiley, giunge un allarme sul futuro del ricchissimo e prestigiosissimo torneo. Quella che tempo fa era una voce, o poco più, adesso sembra essere un qualcosa di molto più concreto. Ovvero l’Arabia Saudita ha deciso di entrare, a modo suo, anche nel mondo del tennis. Ma cosa c’entra con gli Australian Open?

100 milioni

C’entra eccome! I sauditi, infatti, hanno intenzione di organizzare un torneo a Jedda già nel 2025 con un montepremi monstre di 100 milioni di dollari. Nella fattispecie si parla di un Masters 1000 (un gradino sotto i quattro del grande slam nella gerarchia dei tornei) che, e questo è quanto preoccupa gli australiani, cadrà più o meno nelle stesse date degli Australian Open.

Gennaio che, ora come ora, sembra essere il mese privilegiato per questo nuovo torneo del quale, nei mesi scorsi, si vociferava potesse prendere il posto di uno degli altri Masters 1000: Indian Wells (considerato nell’ambiente il “quinto slam”), Miami, Montecarlo, Madrid, Roma, Montreal, Cincinnati, Shanghai o Parigi. Ma, stando a quanto si apprende, l’appuntamento saudita dovrebbe essere un nuovo Masters 1000 e quindi, proprio in virtù di tale status, riservato solo agli uomini.

“È una minaccia”, ma legittima

Organizzazione del torneo che, a scanso di equivoci, sarà del tutto legittima anche in forza del fatto che l’anno prossimo il calendario si modificherà e spariranno alcuni appuntamenti storici in favore di new entry. La legittimità del torneo saudita è stata ribadita anche dallo stesso Craig Tiley il quale, senza mezze parole, ha dichiarato che “Quello di Jedda è una minaccia per noi perché, mettere in palio 100 milioni di dollari da dividere tra i primi 32 giocatori del mondo, significa assicurare ad ognuno di loro almeno 2 milioni. Tutti possono farlo – aggiunge Tiley – e non c’è nulla che impedisca loro di farlo, perché no proprio a gennaio”.

Gli Australian Open sono giunti all’edizione numero 112. Immagine: Facebook Official account of the #AusOpen

Ed è proprio l’argomento denaro che preoccupa di più Melbourne perché l’edizione di quest’anno, la più ricca della storia, ha visto un montepremi generale, tra uomini e donne, di 53 milioni di euro (circa 57 milioni di dollari). Una cifra enorme, ma poco più della metà di quella che il torneo saudita stanzierà per di più solo per gli uomini. Per fare un raffronto basti pensare che nel 2023 Wimbledon ha messo in palio 55milioni di dollari, il Roland Garros 53 milioni di dollari mentre gli US Open, il torneo più ricco del mondo, circa 63 milioni di dollari sempre considerando uomini e donne insieme.

Non solo Nadal

Arabia Saudita che dimostra, dopo l’ingaggio di Rafa Nadal in veste di ambasciatore, di avere anche il tennis nel suo mirino e che farà di tutto per raggiungere l’obiettivo prefissato. A dimostrazione di ciò assumono un significato ancor maggiore le parole rilasciate tempo fa dal Presidente della Federtennis Angelo Binaghi: “Spero che il Masters 1000 che l’ATP creerà a gennaio 2025 basti a soddisfare la voglia di tennis dell’Arabia Saudita”.

La Rod Laver arena può ospitare oltre 15.000 spettatori. Foto: Facebook Official account of the #AusOpen

Dall’Australia, ovviamente, si sono subito levate voci timorose sul futuro del loro torneo organizzato in un Paese che rappresenta una delle pietre miliari del tennis mondiale. Basti pensare che il nostro Jannik Sinner ha avuto l’onore di alzare al cielo il trofeo dal campo la cui arena è intitolata a Rod Laver, l’unico giocatore della storia ad avere vinto due volte il Grande Slam. Ed è proprio per questo che gli organizzatori australiani non staranno con le mani in mano, avendo già deciso che continueranno ad investire nella crescita, anche a livello di infrastrutture, del torneo.

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Foto d’apertura: Facebook Official account of the #AusOpen

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